POP THEOLOGY in carcere

“Una botta di vita”

Pubblichiamo volentieri anche sul sito l’articolo che ci è giunto dal Carcere di Noto (già pubblicato su La Vita diocesana) dopo la visita realizzata dal nostro vescovo Antonio con la proposta di comunicare con la Pop-theology. Questa Lettera è una testimonianza verace e concreta del fatto, sempre più evidente, che questo “metodo comunicativo” funziona davvero per una evangelizzazione nuova e soddisfa i due caratteri sottolineati da San Giovanni Paolo II per la Nuova Evangelizzazione: un ricentramento sulla verità cristiana e un nuovo ardore. Questa Lettera dimostra che la comunicazione del Vangelo deve avvenire non solo sull’aspetto delle idee con l’intelligenza critica, ma in particolare coinvolgendo il cuore e scaldando gli affetti vitali.

Che bella giornata quella di sabato 19 giugno che abbiamo trascorso, noi ristretti, con l’ennesima visita Pastorale del Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò. Almeno 40 detenuti nel cortile del passeggio accolgono il Vescovo, il Diacono alle tastiere e la front girl vocale con una voce profonda e stupendamente toccante.

Scrivo a titolo personale, senza alcuna velleità di interpretare il pensiero degli altri detenuti, per me l’emozione di questa giornata è stata miliare e totalizzante. Non è Giuda ad avere lo stigma del traditore per l’apostolo Antonio, il traditore dei traditori è stato Pietro che per tre volte rinnegò Gesù che lo aveva predetto giorni prima. Giuda pur pentendosi, non comprese l’infinito Amore di Dio e si suicidò per il rimorso. Pietro, al contrario, attraversando l’esperienza del peccato e confidando nell’infinito amore del Padre Celeste, otterrà il perdono diventando il capo degli Apostoli.

Come Ligabue, Mons. Staglianò canta, accompagnandosi con la chitarra acustica, di mettere in circolo l’Amore: il sentimento di cui si nutre il Perdono. Amore e perdono furono e sono i principi rivoluzionari e pacifici con cui Gesù ha segnato lo scorrere dei millenni. Un amore estremo che perdona anche chi lo ha crocifisso.

Gesù scardina la legge del taglione “occhio per occhio dente per dente” con l’amore che riesce a perdonare anche i nemici.

Mons. Staglianò ci ha raccontato come Papa Francesco per firmare il protocollo di intesa ecumenica con l’IMAM ha dovuto trovare un compromesso: non si uccide l’anima innocente. Ma poi nella sua enciclica “Fratelli tutti” parla di un perdono assoluto che non ammette nemmeno l’uccisione del colpevole. Lo stesso Amore e lo stesso perdono che ci racconta il nostro Vescovo nella storia della lapidazione della adultera come Gesù le salva la vita con le parole “chi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Facendoci intendere, il Vescovo, che davanti a Dio nessuno è davvero innocente e per questo motivo nessuno può sul serio giudicare l’altro.

La felpata, ma intemerata opera del Cappellano Padre Sebastiano, mi ha ravvicinato da un paio di mesi (sono incarcerato da otto) alla lettura quotidiana delle sacre scritture. Qui brevemente vorrei condividere con voi alcuni passi che mi hanno colpito:

a) il primo  della storia è quello dello scaricabarile di Adamo ed Eva, per essersi cibati del frutto proibito Adamo incolpa Eva e questa il serpente.

b) Formidabile la risposta di Gesù a Pietro intimandogli di farsi gli affari suoi chiedendogli di Giovanni che silenzioso e in disparte seguiva Gesù e gli apostoli: a te che importa se voglio io che egli rimanga finchè io venga?

c) La maledizione di Gesù all’albero di fichi, privo di frutti poichè fuori stagione.

d)  l’insegnamento di Gesù sul digiuno, l’elemosina e le preghiere. Bellissima l’idea di presentare il digiuno come una festa dedicata a Dio e non con la faccia rabbuiata da ostentare agli altri.

 Molto gradito l’accenno alla autenticità della Chiesa con la posizione netta e dura che ha preso nei confronti degli scandali della pedofilia.

Concludendo Mons. Staglianò ha recitato a memoria in un perfetto tedesco Heidegger la cui traduzione sintetizza: “l’errore impatta con la verità”. Con questo concetto il Vescovo ci dice che chi sbaglia se riconoscendosi nell’errore entra in un percorso che impatta con la verità.

Per me questa giornata con il Vescovo ha avuto lo stesso effetto per il pellegrino Paolo di  Tarso folgorato sulla via di Damasco.

Grazie Monsignore della sua visita e per il suo apostolato.

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