Il Papa in Congo per dare coraggio e speranza
Bisogna riconoscere che la visita di Papa Francesco in Repubblica Democratica del Congo a fine gennaio ha finalmente attirato l’attenzione di tutta la comunità internazionale sulle gravi situazioni di ingiustizia che si registrano in quella nazione. I mass media non hanno mancato di comunicare, oltre la cronaca della visita, l’importanza anche politica che la visita stessa determina nell’equilibrio della politica del Congo e nel rapporto con gli altri stati africani e del mondo intero. La visita del papa ha importanza politica perché rimette in discussione il rapporto politico internazionale con il Congo finalizzato finora impunemente allo sfruttamento indiscriminato e illegale delle ingenti risorse minerarie del sottosuolo. Le parole del papa che, nel contesto sociale e politico del Congo hanno richiamato alla dignità della persona umana e alla giustizia sociale, pesano come pesantissimi macigni sui potenti della terra. E come colpi di spada a loro arrecati sono risuonate le parole senza mezzi termini con le quali Papa Francesco ha fortemente denunciato i massacri e i crimini tuttora perpetrati contro gente povera e indifesa. Le vittime sopravvissute a tante violenze hanno potuto dare testimonianza pubblica dinanzi al Papa e alla comunità internazionale del tanto male che finora è passato inosservato. Nella nostra diocesi gemella di Butembo Beni, anche se lontanissima geograficamente dalla capitale Kinshasa che ha accolto Papa Francesco, si è registrato un sussulto di speranza. La visita del Santo Padre fa colorare il futuro nuovamente di colori vivaci, tirando fuori lo sguardo del cuore dalla fitta tenebra nella quale si è immerso e rattristato in questo ultimo decennio. Anche il cuore di noi gemelli della Chiesa di Noto torna a battere di speranza nuovamente. Sembra che la visita di Papa Francesco possa permetterci di continuare i rapporti di collaborazione che tante opere di solidarietà hanno fatto registrare nel tempo. Ma bisogna tenere vigile sempre l’attenzione a quanto accade in Congo. La bramosia di ricchezza e le speculazioni sui giacimenti minerari hanno protagonisti rapaci così potenti che non accetteranno facilmente che le loro diaboliche trame possano essere fermate dalle denunce di Papa Francesco.
di don Salvatore Cerruto