Inaugurazione Anno giudiziario Tribunale ecclesiastico diocesano
C’è sempre una prima volta! Il gruppo MEIC di Noto, invitato all’evento, era presente! Per strada pensavo ad un incontro protocollare, con una sua specifica liturgia, con il doveroso riferimento ai dati che hanno caratterizzato l’attività del Tribunale ecclesiastico diocesano. La presenza delle autorità civili e militari rendeva l’incontro solenne, quasi sacro! Pensavo alla necessità del diritto, alla sua dimensione formale, impersonale. Ascolto la relazione del Cancelliere don Antonio Forgione. Il nostro Vescovo Mons. Salvatore Rumeo prende la parola e, con il suo stile confidenziale, presenta la Prof.ssa Patrizia Giunti, Ordinaria di diritto romano presso l’Università di Firenze e Presidente della Fondazione Giorgio La Pira. La professoressa racconta la sua esperienza di studentessa, il suo incontro con Giorgio La Pira. É un tuffo nel passato, negli anni della formazione del giovane La Pira. Attenta alla prospettiva storica, la relatrice intreccia la biografia del Venerabile con gli eventi che hanno caratterizzato i cambiamenti epocali a partire degli anni Venti del Novecento. La Pira si innamora del Diritto Romano, del fondamento naturale, universale delle norme. I rapporti umani hanno una dimensione sociale ed economica che il diritto regola e disciplina senza eliminare quelle scosse telluriche che fisiologicamente sono originate dagli interessi conflittuali, dalle sperequazioni sociali. La Pira, afferma la relatrice, approfondisce il rapporto tra diritto e giustizia, tra la norma astratta e formale e la dimensione regolativa della giustizia. Questa è sempre oltre, non è perimetrabile, è puramente pensabile. Spetta alla politica tracciare un percorso che includa e medi i rapporti sociali ed economici. La politica nella sua dimensione architettonica, secondo la prospettiva aristotelico-tomista, riduce l’economia a semplice mezzo. Il Venerabile Giorgio La Pira, non chiude gli occhi davanti all’importanza dell’utile, ma lo declina in rapporto al bene comune. Nei mesi della Costituente, sulle ceneri della visione fascista dello Stato, grande fu il contributo di quei cattolici come Dossetti, Sturzo e La Pira, che dovevano, dialogando con le altre forze antifasciste, disegnare una democrazia vera, attenta alla pluralità delle forze politiche in campo. Attraverso la memoria la professoressa Giunti ha ricordato ai presenti una pagina della nostra storia che ancora oggi può guidare il nostro impegno nel sociale e nella politica. È un’impresa ardua, eroica ma il Vangelo non parla di mezze misure, di accomodamenti. Giorgio La Pira, come Francesco d’Assisi, lo ha testimoniato. Sento, al termine della relazione, il desiderio di stringere la mano alla professoressa Giunti. La sua semplicità e umiltà riflettono pienamente l’insegnamento del suo maestro. Torno a casa edificato e rifletto sulla attuale crisi della democrazia, minacciata dagli imperialismi, dalle grandi concentrazioni di denaro nelle mani di pochi, pochissimi ad onor del vero. La Pira è attualissimo, i suoi tempi non erano migliori dei nostri. Anzi! Chi accende oggi la lucerna sopra il moggio per illuminare i tempi bui del nostro presente storico?
di Salvatore Vaccarella