Il val di Noto capitale della cultura 2020?

di Ottavio Gintoli

È l’obiettivo di 8 comuni (Caltagirone, Catania, Militello Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Scicli e Siracusa – tutti in rigoroso ordine alfabetico) che hanno deciso di fare squadra e giocare assieme la partita: portare nella Sicilia orientale il riconoscimento di Capitale italiana della Cultura 2020. Più precisamente nel Val di Noto. Tutti sotto un’unica bandiera, già presentata, e con lo slogan “La Sicilia sotto un altro cielo”. Non sarà facile, perché il riconoscimento 2018 è già andato a Palermo e nel 2019 non è stato assegnato in quanto l’Italia potrà vantare Matera, città dei sassi, come Capitale europea della Cultura, ma provarci è d’obbligo. Anche se le contendenti non mancano: erano 46 in totale ma alcune città avrebbero rinunciato. Sicuramente hanno rinunciato Catania e Siracusa, che hanno preferito correre assieme ad altri 6 comuni del Sud-Est di Sicilia. Le concorrenti non mancano: Ragusa, Messina e Agrigento sono le altre “cugine” che ambiscono al riconoscimento, poi tra le altre ci sono anche Alberobello, Caserta, Macerata, Nuoro, Parma, Pieve di Cadore, Teramo, Tivoli, Treviso e altre ancora. Il riconoscimento (entro il 15 novembre si conosceranno le 10 finaliste, poi a gennaio il verdetto finale) è il sogno di un territorio che si riscopre unito, dice “no” ai campanilismi e “basta” agli individualismi. E in tutto questo la diocesi di Noto svolge, e si spera svolgerà, un ruolo importante. Intanto perché è la più rappresentata con ben 3 comuni sugli 8 totali che concorrono sotto l’unica bandiera del Val di Noto, e poi perché molti dei beni architettonici su cui fa leva il dossier di 59 pagine presentato al MiBact sono beni religiosi. E a questo si aggiunge anche un altro dettaglio: feste religiose e processioni degli 8 comuni che corrono assieme trovano la giusta e opportuna citazione a pagina 37 del dossier. Segno che in fondo fede e religione fanno rima anche con cultura. “Le feste e le processioni religiose nel Val di Noto non solo solo un momento di folklore ma esperienze capaci di plasmare l’identità culturale dei luoghi e di costruire e rafforzare il senso di appartenenza alla comunità” leggiamo con piacere nel primo capoverso del capitoletto dedicato agli appuntamenti religiosi del Val di Noto. L’elenco è lungo e la diocesi netina è diventata protagonista coi festeggiamenti di San Corrado, patrono di Noto (comune capofila), ma anche con i festeggiamenti per Immacolata, Corpus Domini, Sacro Cuore e Madonna del Carmine. Non mancano i riferimenti alla Settimana Santa, che si apre con la processione della Santa Spina del venerdì e si chiude con “A Pace” della domenica. E’ una diocesi che si scopre e che viene scoperta: per Modica trovano spazio la Madonna VasaVasa, la festa di San Giorgio e l’appuntamento con la Madonna dell’Itria. Per Scicli, invece, le 3 feste di primavera: la cavalcata di San Giuseppe, il Gioia della domenica di Pasqua e la festa della Madonna delle Milizie, ovvero della Madonna a cavallo. L’attesa sembra infinita ma almeno in questa prima fase i promotori della candidatura sembrano abbastanza fiduciosi. A supporto del dossier c’è anche un manifesto culturale che cita Faust Goethe ed è stato firmato da artisti, registi e giornalisti. Mancano le firme dei vescovi, ma è come se ci  fossero, per di più accompagnate dalla loro benedizione. Vi immaginate mons. Corrado Lorefice, che di questa diocesi è figlio, attualmente Arcivescovo di Palermo, Capitale della Cultura per il 2018, che passa il testimone al nostro vescovo mons. Antonio Staglianò come diocesi (non unica però) della Capitale italiana della Cultura 2020?

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