Il digitale, la rete, la comunicazione che corre velocissima, un mondo di relazioni che sta influenzando la vita degli uomini determinando cambiamenti epocali. Nuove opportunità si accompagnano a nuovi pericoli che ci obbligano ad una riflessione sulla complessità del mondo dei social. A Siracusa, durante l’apertura del nuovo anno accademico all’Istituto di Scienze Religiose San Metodio, Ferruccio De Bortoli, già Direttore per ben due volte del Corriere della Sera, ha tenuto una Lectio Magistralis su “Informazione e pluralità nell’era della rete”. Molti gli spunti offerti dal relatore.
La pluralità, elemento caratterizzante il mondo e in particolare quello dell’informazione, è da considerare come opportunità non come sinonimo di relativismo e soggettivismo. Per poterne cogliere i frutti occorre mantenere alta quella virtù che consiglia anche la Sacra pagina: la prudenza, quella dei serpenti sempre vigili. Tradotta con il linguaggio laico: il pensiero critico, la capacità di vagliare le relazioni e le informazioni senza malizia e senza pregiudizi. Vivere la pluralità è anche un invito a guardare il prossimo non come uno specchio che riflette me stesso ma come altro da me.
Queste due preziose avvertenze costituiscono il viatico del viandante che attraversa il mondo, questo nostro mondo abitato da milioni di individui connessi alla rete ma tremendamente soli, vittime ingenue tra anonimi produttori di tante “bufale”, di notizie verosimili opportunamente confezionate da specialisti. Un mondo in cui si tenta di riscrivere le regole della democrazia, inventando un tipo di partecipazione anonima e virtuale che richiede il più delle volte una adesione accompagnata dalla lieve pressione del polpastrello del dito indice. Anche noi, amici e lettori de “La Vita diocesana”, siamo nel mondo dell’informazione e della comunicazione. Anche noi, piccola goccia in un oceano globale, viviamo il nostro tempo e siamo obbligati a leggere e interpretare i “segni dei tempi”.
Il Vangelo ci invita alla vigilanza e nello stesso tempo a fare rete, la rete della fraternità, quella vera che non ha niente a che vedere con l’unanimismo ipocrita, con l’omologazione che tende ad annullare la pluralità delle sensibilità e delle personalità. Il dialogo sia all’interno della redazione che con i lettori è la via maestra per creare, già nel nostro piccolo ma significativo mondo, le condizioni per vivere il nostro tempo non come tempo anonimo ma come kairòs, il tempo delle scelte.
di Salvatore Vaccarella