La nostra debole speranza nelle mani eterne di Dio

Il Natale del Signore costituisce l’inizio di una nuova era, il compimento di tutte le promesse fatte dal Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe al Popolo di Israele. Il Cristo è il centro di tutto, la Parola definitiva detta dal Padre nello Spirito Santo all’umanità bisognosa di redenzione. E questa Parola ci ha raggiunto per la fede e la testimonianza dei nostri Padri.

Nel Libro dell’Apocalisse vi si legge: «E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”; e soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. Ecco sono compiute! Io sono l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine» (Ap 21, 5-6).

Cristo è il messaggero di «cose nuove», colui che porta la salvezza, è la «novità di vita» che dobbiamo accogliere senza resistenza alcuna. Questa è la via dei santi e dei martiri che hanno fatto grande la vita della Chiesa nel corso dei secoli.

In una Chiesa disposta, sinodalmente, ad accogliere la riforma evangelica, deve trovare spazio la volontà al cambiamento, deve trovare respiro la presenza di laici desiderosi di scommettersi, di impiegare forze ed energie che diano al volto delle nostre comunità parrocchiali e agli organismi di partecipazione il profumo della Chiesa delle origini. Per questo la speranza in Cristo è al centro di ogni cambiamento significativo. Il Cristianesimo è Cristo, è accoglienza di Colui che ha il potere di dare pieno senso alla nostra giornata terrena. Non ci sono altre vie, altre soluzioni. Ogni azione pastorale, anche della più piccola comunità, si rivesta di grazia e sia annuncio di resurrezione a vita nuova.

Scriveva Charles Peguy ne Il portico del mistero della seconda virtù: «Mistero dei misteri, che riguarda i misteri stessi, Egli ha messo nelle nostre mani, nelle nostre deboli mani, la sua speranza eterna, Nelle nostre mani passeggere. Nelle nostre mani peccatrici. E noi, noi peccatori, non metteremo la nostra debole speranza nelle sue mani eterne?». Il Natale del Signore è alle porte. Il prossimo cammino giubilare riempia il nostro cuore di speranza. Chi non spera non vede la luce, chi non dà affetto rimane nelle tenebre, brucia ogni occasione di dare a Dio…la propria debole speranza. Auguri!

di Mons. Salvatore Rumeo

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